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Dopo la dichiarazione di neutralità da parte del Presidente della Confederazione Alain Berset: «Gli ambienti politici nazionali e i media fomentano l’odio straniero contro la Svizzera»

Fino a poco tempo fa «consigliere federale preferito» del tabloid Blick, il presidente della Confederazione Alain Berset viene criticato pesantemente per le sue dichiarazioni sulla neutralità non solo dal giornale della Ringier, ma anche dal suo stesso partito. È sorprendente il rimprovero del PS, i cui padri amavano «andare in pellegrinaggio» dagli autocrati comunisti di Berlino Est e Mosca, nono-stante l'allora Unione Sovietica, sotto la guida russa, avesse invaso l'Ungheria e la Cecoslovacchia in violazione del diritto internazionale. A quel tempo, la Svizzera si stava armando contro l'imminente pericolo proveniente dall'Est, cosa che le compagne e i compagni a Berna combattevano sistematicamente.

In un’intervista alla NZZ am Sonntag del 12 marzo 2023, Alain Berset afferma che il «nocciolo duro» della neutralità deve essere preservato. Lo considera un obbligo nei confronti della comunità delle nazioni. Berset non parla affatto di un vile ritirarsi nel proprio guscio, al contrario: «Si tratta di ciò che la neutralità rappresenta: l’impegno per il diritto umanitario e i diritti umani, la protezione della popolazione civile, la protezione delle Convenzioni di Ginevra». In questo contesto, egli individua una certa «frenesia bellica» nel dibattito politico interno in Svizzera. I giornalisti cercano di indirizzare ingiustamente questa dichiarazione di Berset contro i paesi stranieri, rafforzando così l’odio verso la Svizzera. Durante l’attuale sessione federale, i rappresentanti politici del PLR, del PVL, del Centro e del PS si sono lasciati andare a una bizzarra «discussione sui carri armati» e sono caduti nell’utopia secondo cui la consegna di materiale bellico di origine svizzera sarebbe stata decisiva per lo svolgimento della guerra in Ucraina, il che è ridicolo. Allo stesso tempo, il presidente della Confederazione ha avvertito che in tempi burrascosi è particolarmente importante fare riferimento alle proprie fondamenta. Il movimento apartitico Pro Svizzera sostiene le dichiarazioni del consigliere federale Berset. Il presidente di Pro Svizzera, Stephan Rietiker, aggiunge: «Pro Svizzera sostiene la chiara posizione del Consiglio federale sulla questione delle armi e spera sinceramente che il governo nazionale non si lasci influenzare – nemmeno dalle schermaglie di partito in vista delle elezioni federali – e che resista alle pressioni provenienti dall’estero.»