Condividi post

La visita del vicecommissario europeo Šefčovič in Svizzera è un oltraggio! Pro Svizzera chiede un chiarimento urgente

Il vicepresidente della Commissione europea, Maroš Šefčovič è, secondo la definizione di Bruxelles, responsabile delle relazioni tra l'UE e la Svizzera. Ciò che il funzionario UE di formazione moscovita si permette di fare è un affronto inaudito, una mostruosità politica. Ancora più grave è il fatto che il ministro degli Esteri Ignazio Cassis l’abbia fatto letteralmente sfilare in territorio svizzero e durante la sessione federale di primavera.

Il 15 marzo 2023 il commissario europeo si è presentato all’Università di Friborgo travestito  oratore. Contemporaneamente, ha incontrato le parti sociali e i politici svizzeri per conoscere la loro disponibilità ad aderire istituzionalmente all’UE. Dopo il NO nel maggio 2021, del Consiglio federale all’accordo-quadro che sarebbe stato incompatibile con la sovranità e la democrazia del nostro paese, l’élite dell’UE sta tormentando quotidianamente la Svizzera, con colpi di spillo e violando trattati (accordi bilaterali, esclusione del programma di ricerca Horizon). Il centro di potere di Bruxelles vuole solo una cosa: assoggettare la democrazia diretta, la legislazione e la giurisdizione della Svizzera alla Corte di giustizia dell’UE. La Corte interna dell’UE, con sede a Lussemburgo, dovrebbe allineare la Svizzera al diritto UE e «armonizzare» i suoi atout competitivi con Bruxelles. Il movimento apartitico Pro Svizzera, non avrebbe nulla contro un «fondue party» dei funzionari dell’UE in Svizzera con «persone di mentalità affine». Tuttavia, il fatto che un rappresentante della Commissione europea si rechi in Svizzera in missione ufficiale – si può già parlare di una crociata contro la Svizzera – senza rivolgersi «adeguatamente» al governo svizzero, è un affronto e viola la sovranità della Confederazione elvetica. E il fatto che il consigliere federale Cassis si lasci invitare e segua il commissario europeo a cena sul proprio territorio, sottolinea lo scandalo. Pro Svizzera rifiuta qualsiasi legame istituzionale con l’UE e in particolare la subordinazione della democrazia svizzera alla Corte di giustizia dell’UE. Pro Svizzera chiede al Parlamento di rivolgere con urgenza le seguenti domande al Consiglio federale:

  • L’intero collegio del Consiglio federale era a conoscenza della visita del Commissario UE?
  • Se sì, perché Šefčovič non è stato invitato ufficialmente a Berna?
  • In caso contrario, come valuta il Consiglio federale l’apparente aggiramento del governo svizzero?
  • Il Consiglio federale presenterà una nota di protesta a Bruxelles?
  • Il Consigliere federale Cassis è ancora in grado di svolgere i mandati previsti dalla Costituzione federale nell’interesse della Confederazione? 
  • Il Consiglio federale intende ancora sempre subordinare la legislazione, la democrazia diretta e la giurisdizione svizzere alla Corte di giustizia dell’UE?

Il presidente di Pro Svizzera, Stephan Rietiker, parla chiaro: «Non esiste che il Consiglio federale perda la leadership a favore della Commissione UE e ceda le redini a Bruxelles ancora prima dell’adozione di un eventuale mandato negoziale. Pro Svizzera si opporrà con forza a qualsiasi politica di Berna che violi la sovranità. I mezzi per farlo sono già pronti».