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«Si rafforzi l’esercito svizzero invece di svendere armi!»

La Germania e altri Stati dell’UE e della NATO vogliono costringere la Svizzera a fornire armi e munizioni direttamente o indirettamente nella zona di guerra in Ucraina. In violazione della sovranità, della Costituzione e delle leggi della Confederazione, ignorano la neutralità permanente, armata e integrale della Svizzera. L’elenco delle idee creative si allunga sempre di più. Ora, il produttore di armi tedesco Rheinmetall dovrebbe riacquistare i carri armati Leopard II dismessi dall’esercito svizzero. L’intenzione sarebbe quella di colmare le lacune create dalla consegna dei carri armati tedeschi all’Ucraina. Pro Svizzera rifiuta categoricamente questo progetto. Da un lato, questa vendita si avvicina molto a una fornitura indiretta di armi e non c’è alcuna garanzia che i carri armati svizzeri non vengano utilizzati in zona di guerra. D’altra parte, sarebbe del tutto irresponsabile togliere ora dei veicoli da combattimento dall’esercito. L’esercito svizzero non è ancora in grado di equipaggiare sufficientemente le sue unità da combattimento. La flotta Leo dismessa deve essere messa a disposizione della sicurezza della Svizzera. Concretamente, ciò significa che i veicoli devono essere preparati rapidamente per entrare in servizio.

Il presidente di Pro Svizzera, Stephan Rietiker, ammonisce con determinazione: «Indebolire la difesa nazionale svizzera e la nostra neutralità vendendo materiale di riserva in violazione della neutralità è sconsiderato, addirittura irresponsabile. Questi trucchetti e giochi di prestigio devono essere contrastati con determinazione. Il Consiglio federale deve finalmente spiegare all’estero, senza mezzi termini, che gli armamenti svizzeri non saranno messi a disposizione dei belligeranti né direttamente né indirettamente. »