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WEF 2024: un conciso bilancio per la sovrana e neutrale Svizzera – Troppa ingenuità o eccessiva autostima?

Il World Economic Forum (WEF) 2024 si è concluso. Per l'organizzazione apartitica Pro Svizzera, due sono stati i temi centrali: il ruolo della Svizzera neutrale nella guerra in Ucraina e i negoziati previsti con la Commissione UE sulle questioni istituzionali. Il bilancio del movimento Pro Svizzera, che conta 25.000 persone, è conciso.

In occasione del WEF, si è svolta la quarta riunione dei consiglieri per la sicurezza nazionale nel quadro della formula di pace ucraina. Il presidente ucraino Zelensky ha presentato dieci principi per una pace duratura in Ucraina. All’incontro hanno partecipato oltre 80 Stati. Ma la Russia non è stata invitata all’incontro.

Nell’ottica di una credibile politica di neutralità, non era né sensato né opportuno che la Svizzera preparasse e organizzasse l’incontro insieme alle autorità ucraine. La Svizzera ufficiale, rappresentata dal capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), il consigliere federale Ignazio Cassis, ha avuto una forte presenza mediatica e fotografica insieme al presidente Zelensky. La presenza a Palazzo federale del presidente del Consiglio nazionale Eric Nussbaumer (PS) e della presidente del Consiglio degli Stati Eva Herzog (PS) ha rafforzato l’impressione che la Svizzera sia un alleato dell’Ucraina. Il fatto che il socialdemocratico Eric Nussbaumer, in particolare, abbia mostrato pubblicamente la sua solidarietà con Zelensky dimostra quanto siano contraddittorie le sue azioni. In qualità di presidente del Consiglio nazionale, egli sostiene la lotta dell’Ucraina contro la Russia, ma il suo voto decisivo nella sessione invernale ha impedito un aumento urgente e necessario del bilancio dell’esercito.

Naturalmente, anche Pro Svizzera riconosce che la guerra di aggressione russa viola il diritto internazionale fondamentale. Tuttavia, questa considerazione puramente giuridica non giustifica il fatto di gettare a mare la credibilità della neutralità nella prospettiva di un successo dei negoziati di pace con entrambe le parti in conflitto. Perseverare e nascondersi dietro il diritto internazionale non è di alcuna utilità per le popolazioni che soffrono, per la sicurezza dell’Europa e per l’ambiente. Per poter finalmente esplorare le possibilità di un cessate il fuoco e di negoziati di pace, la Svizzera dovrebbe innanzitutto ristabilire la propria neutralità e, in secondo luogo, portare al tavolo entrambe le parti in conflitto.

È incomprensibile che il Consiglio federale appoggi il piano in dieci punti dell’Ucraina, che in ultima analisi chiede alla Russia, una potenza nucleare, di capitolare e di essere condannata dalla Corte penale internazionale. È sorprendente constatare l’ingenuità dei responsabili in materia di politica estera. L’adozione sconsiderata dei pacchetti di sanzioni dell’UE ha già dimostrato che la Svizzera ha perso il suo ruolo di mediatrice. Inoltre, è una grossolana sopravvalutazione delle proprie capacità il fatto che la presidente della Confederazione Viola Amherd – apparentemente senza l’appoggio dell’intero Consiglio federale – parli già di una conferenza di pace in Svizzera, senza coinvolgere in alcun modo Mosca. La consigliera federale Amherd ha dopotutto solo la funzione di «presidente della Confederazione». Non deve definire da sola la politica estera della Svizzera.

L’intenzione del consigliere federale Cassis di conquistare la Cina per ulteriori colloqui di pace, prima della Russia, dimostra come la Berna federale si stia comportando in modo eccessivamente emotivo. Il Ministro degli Esteri deve recarsi immediatamente a Mosca e appurare quali siano le condizioni richieste dalla Russia per una conferenza di pace.

Pro La Svizzera saluta con favore tutti gli sforzi per facilitare dei promettenti negoziati di pace. Pro Svizzera chiede pertanto che la politica di neutralità della Svizzera venga rapidamente ripristinata in modo da essere nuovamente riconosciuta come credibile anche dalla Russia. Solo in questo modo la Svizzera neutrale può agire come una vera mediatrice.

Conclusione: la neutralità della Svizzera ha perso ulteriore credibilità nel corso del WEF 24. Il Consiglio federale confonde il compito della Svizzera neutrale con la propaganda di un’agenzia pubblicitaria: «Guardate, siamo importanti e stiamo facendo qualcosa!». Per Pro Svizzera questa è la conferma che i principi di neutralità devono essere sanciti nella Costituzione federale. Per questo Pro Svizzera sostiene con tutte le sue forze la raccolta di firme per l’iniziativa sulla neutralità. L’iniziativa servirà anche a frenare la cieca smania di adesione alla NATO. 

« L’amica Commissione UE »

I colloqui tra la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e la presidente della Confederazione, Viola Amherd, sarebbero stati «amichevoli». Anche i colloqui fra il vicepresidente della Commissione europea Maros Sefcovic e il consigliere federale Cassis si sarebbero rivelati costruttivi. Quindi niente di nuovo nella politica dell’UE: l’UE rimane «gentile» ma mantiene le sue posizioni. Per Pro Svizzera è chiaro che non ci devono essere legami istituzionali con gli organi legislativi e giudiziari dell’UE. Pro Svizzera ribadisce le sue posizioni e invita il Consiglio federale a salvaguardare con coerenza gli interessi della Svizzera sovrana e a democrazia diretta:

  1. Nessuna ripresa automatica, rispettivamente «dinamica», del diritto UE.
  2. Nessuna subordinazione della legislazione svizzera, compreso il diritto referendario e la giurisdizione, alla giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE (CGUE).
  3. Nessun legame giuridico tra gli accordi con le cosiddette «clausole ghigliottina».
  4. Nessun obbligo di collegare l’Accordo di libero scambio del 1972 ad altri pacchetti di accordi con una «clausola ghigliottina», nessun piano vincolante per «modernizzare» l’Accordo di libero scambio e nessuna subordinazione dell’accordo al regime di un eventuale quadro istituzionale.
  5. Nessuna ripresa della direttiva sulla cittadinanza europea nell’ambito della libera circolazione delle persone.

Conclusione: Pro Svizzera si opporrà a qualsiasi vincolo istituzionale con l’Unione europea (UE). L’approccio bilaterale e l’accesso al mercato interno dell’UE sono benvenuti, ma non a qualsiasi prezzo. La legislazione, la giurisdizione e la partecipazione democratica dei cittadini devono rimanere inalterate.