Condividi post

La Svizzera come missione

Discorso di Christoph Blocher in occasione del 175 anniversario della Costituzione federale svizzera

Signor presidente, consigliere cantonale Oliver Martin
Signor presidente, consigliere cantonale Christian Mäder
Stimati membri dell’UDC, dell’UDF, dei Giovani UDC, degli altri partiti,
dell’Aktionsbündnis Ostschweiz e della Fondazione Zukunft
Cari Turgoviesi
Cari cittadini della Svizzera orientale
Fedeli e cari Confederati
Gentili signore e signori

Dall’unione di Stati allo Stato federale

Costituzione federale del 1848

Esattamente 175 anni fa, il 12 settembre 1848, entrò in vigore la moderna Costituzione federale svizzera. Essa trasformò l’unione di Stati, fino ad allora poco vincolante, in uno Stato federale dalle radici solide. Vale davvero la pena di ricordarlo! Vorrei ringraziare gli organizzatori di questo evento per averlo organizzato oggi a Weinfelden. All’epoca, la Turgovia votò insieme alla grande maggioranza dei Cantoni a favore della nuova Costituzione, con 13 384 voti a favore e 2054 contrari.

Assemblea popolare a Weinfelden

I Turgoviesi avevano già tracciato la strada molti anni prima. Nel 1830, Thomas Bornhauser, un pastore di Matzingen originario di Weinfelden, scatenò un movimento popolare liberale con il suo scritto «Über die Verbesserung der thurgauischen Staatsverfassung» (sul miglioramento della Costituzione statale della Turgovia), che poi si diffuse in altri Cantoni: «Turgoviesi, il gallo ha cantato», era il suo campanello d’allarme. Bornhauser chiedeva l’accesso pubblico agli affari dello Stato, la separazione dei poteri, l’elezione diretta e la libertà di commercio. Il 22 ottobre e il 18 novembre 1830 si tennero grandi riunioni pubbliche qui vicino davanti al «Gasthaus zum Trauben», prima ancora che il movimento per la libertà prendesse piede nei Cantoni di Zurigo e Berna.

Lista dei contadini

Oggi i liberali-radicali amano sostenere di essere stati i fondatori del nostro Stato federale. In realtà, sono stati i fondatori della famiglia allargata liberale-radicale, che in seguito ha dato origine ai liberali, ai Partiti borghesi PAB (l’attuale UDC) e ai partiti democratici. Come potete vedere, quindi, tra i fondatori del nostro Stato federale di allora c’era anche l’odierna UDC. Solo nel 1917 noi zurighesi ci siamo dovuti separare, un anno dopo anche i bernesi e poi a livello federale anche in Turgovia – qui, a livello cantonale, PLR e UDC sono rimasti insieme ancora per molti decenni. I liberali-radicali sono quindi i nostri nonni. Ecco perché ancora oggi siamo così gentili con i liberali-radicali. I propri nonni vanno trattati con rispetto!

Napoleon Bonaparte

Per la Costituzione federale si dovette lottare duramente. I Francesi avevano sostanzialmente mantenuto la Confederazione in uno stato di dipendenza per quasi 200 anni. Nel 1798 invasero persino la Svizzera. In apparenza promettevano «libertà», «uguaglianza» e «fraternità» – soprattutto alle regioni più sottomesse – ma in realtà miravano al controllo dei passi alpini e del tesoro nazionale che era stato accumulato in alcuni luoghi. Almeno il Canton Turgovia – in qualità di regime comune – fu liberato dal dominio straniero confederato. I balivi sostenevano che i Turgoviesi rubassero. Ma erano detti balivi a rubare ai Turgoviesi! Poi arrivarono le truppe di Napoleone. Quest’ultimo volle organizzare il Paese a suo piacimento, ma rimase costernato dalle diverse opinioni dei Confederati in lite tra loro e disse: «La Svizzera non è paragonabile a nessun altro Paese». Nel 1803 diede al Paese la cosiddetta Costituzione della Mediazione – un’opera di conciliazione, certo, tuttavia ancora sotto la dominazione francese. Ma la Turgovia divenne un Cantone indipendente con pari diritti.

Patto federale del 1815

Dopo la caduta di Napoleone, nel 1815 fu firmato un Patto federale tra un’unione di Stati poco vincolante di 22 Cantoni indipendenti e una Dieta federale come organo consultivo in cui, in linea di principio, tutti i Cantoni avevano uguale voce in capitolo. La sede, ovvero il luogo della Dieta federale, cambiava ogni due anni tra Zurigo, Berna e Lucerna. Al Congresso di Vienna del 1815, la Svizzera riuscì a ottenere dalle grandi potenze la conferma della sua neutralità armata permanente. Ma rimaneva un grosso problema: il Patto federale del 1815 non prevedeva alcuna possibilità di modifica, non aveva una clausola di revisione.

Spedizioni dei Corpi franchi

Dagli anni Trenta del XIX secolo, i Cantoni liberali, soprattutto quelli dell’Altopiano, spingevano per la realizzazione di uno Stato dotato di maggiori competenze federali. Poiché non c’era la possibilità di una revisione costituzionale pacifica, purtroppo poterono reagire solo in modo quasi rivoluzionario e violento. Dopo la nomina dei gesuiti a Lucerna, nel 1844 e nel 1845 ci furono due campagne armate dei liberali che non ebbero successo. Anche Gottfried Keller vi partecipò come tamburino. I Cantoni cattolici conservatori della Svizzera centrale, di Friburgo e del Vallese vollero rimanere nel vecchio ordine e rifiutarono di aderire allo Stato federale. Fondarono il «Sonderbund», adottarono misure militari e sperarono in un aiuto dall’estero.

Guerra del Sonderbund

Anche i Cantoni liberali si prepararono a prendere le armi – il nuovo ordine non era possibile altrimenti. Nel novembre 1847 vi fu una guerra civile, chiamata «guerra del Sonderbund», che durò solo poche settimane e che fece poco meno di 100 morti. Nulla di paragonabile alla guerra civile americana, che durò oltre quattro anni e costò la vita a 700 000 persone! Il generale Guillaume-Henri Dufour, un capo delle truppe molto popolare e in seguito fondatore del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), si assicurò con una campagna moderata e condotta con umanità che i Cantoni del Sonderbund sconfitti potessero in seguito arrangiarsi con la nuova Svizzera. Il liberale e guerrigliero Gottfried Keller scriveva ora con saggezza:

«Ma ora la disputa è stata risolta,
Così siamo come un uomo solo,
Un uomo che ha conquistato se stesso,
E nessuno se ne interessa!»

Dieta federale nella Chiesa del Santo Spirito di Berna

La Costituzione del 1848 rappresentò un atto di indipendenza unico nel suo genere. La Svizzera ne aveva abbastanza dell’eterna ingerenza di Paesi stranieri nei suoi affari interni. Quando fu eletto presidente della Dieta nel 1847, il bernese Ulrich Ochsenbein promise che avrebbe difeso «l’onore, la dignità e l’indipendenza» della Confederazione. I diplomatici delle potenze straniere presenti in tribuna dovevano rendersi conto che era giunto il momento. Era il grande momento del principale creatore della nostra Costituzione federale, Ulrich Ochsenbein. In qualità di presidente della Dieta federale, fece appendere dietro la sua sedia nella Chiesa del Santo Spirito di Berna i «tappeti della Borgogna», ovvero il bottino di guerra del 1476, quando gli antichi Confederati avevano sconfitto Carlo il Temerario a Grandson. Il messaggio attuale ai Paesi stranieri doveva essere: potete cercare di interferire o addirittura di invadere militarmente. Ma fate attenzione, o finirete come Carlo il Temerario, duca di Borgogna: «A Grandson il castello, a Murten il coraggio, a Nancy il sangue!»

Patto federale del 1291

Nulla è più falso dell’affermazione secondo cui i fondatori della Confederazione nel 1848 non avevano nulla a che fare con il Patto federale del 1291. Ciò è contraddetto già dall’introduzione «In nome di Dio Onnipotente!». Questo è esattamente ciò che veniva detto nell’introduzione del Patto federale dei vecchi Confederati. Anche i redattori della Costituzione del 1848 invocarono le «più edificanti memorie storiche di tempi eroici e patriottici». Per loro, la nuova Confederazione significava riaffermare la vecchia Confederazione. Ma il vecchio legame di unione, l’antico amore comune per la patria e il «sentimento di unità e nazionalità» erano stati nel frattempo cancellati dall’ambizione, dall’interesse personale, dalle cattive abitudini e dalle interferenze straniere. Così la Svizzera assomigliava a una nave fatta di travi divorate dai vermi, senza timone e senza bussola, sballottata da onde tempestose. Era giunto il momento di ristabilire una «Confederazione comune».

Ulrich Ochsenbein

Ochsenbein, presidente della Dieta federale, concluse così il suo discorso nella Chiesa del Santo Spirito: «Se si dovesse tentare l’inverosimile, un’ingerenza straniera negli affari interni della Confederazione, che il mondo sappia che la Svizzera, forte del suo buon diritto, grande per le simpatie di tutti i popoli liberi che lottano per la libertà, ramificati ovunque, saprà sacrificare l’ultima forza e l’ultima linfa vitale per preservare l’indipendenza per la quale i suoi padri hanno combattuto in molte calde battaglie e per trasmettere questo bene più prezioso di tutti, così come è stato ereditato, ai figli e ai figli dei figli in modo così costante e nel suo pieno significato di sacra eredità. Dio protegga la cara patria!».

Jonas Furrer

Allorché la Prussia, la Russia, l’Austria-Ungheria e la Francia vollero vietare alla Svizzera di fondare uno Stato federale, Jonas Furrer di Winterthur rispose: «La Svizzera indipendente continuerà a governarsi da sola». È autodeterminata e neutrale. Il modo in cui governa i suoi affari interni – disse Furrer letteralmente – «non può essere una questione di altri Stati». Così parlava e scriveva il futuro primo presidente della Confederazione svizzera. Avete sentito toni simili da parte del Consiglio federale negli ultimi anni? Ad ogni modo io non ho sentito nulla del genere, e non credo di essere diventato sordo!

Johann Konrad Kern

L’avvocato turgoviese Johann Konrad Kern fu uno dei più importanti artefici della nuova Costituzione federale del 1848, i cui principi valgono ancora oggi. Insieme al vodese Henry Druey, fu eletto redattore della commissione di revisione. Durante le sette settimane di deliberazioni, Kern redasse il programma di lavoro e formulò gli articoli costituzionali. Fu il coordinatore del lavoro quotidiano, responsabile della stesura del testo e sempre impegnato a conciliare le differenze. Nessuno avrebbe immaginato all’epoca che questa Costituzione avrebbe portato in breve tempo l’indipendenza, la pace e il benessere al nostro Paese. La Costituzione federale del 1848 è senza dubbio la più grande conquista politica della storia moderna della Svizzera. E il turgoviese Kern ne è stato l’ideatore, anche se con il modesto titolo di «segretario». (Dopotutto, in politica come negli affari, è il segretario o la segretaria che deve fare tutto il lavoro! Io stesso non sarei mai riuscito a rilevare la Ems-Chemie se prima non mi fossi offerto come segretario del consiglio di amministrazione…).

Kern in Parlamento

Se l’avesse voluto, Konrad Kern sarebbe stato senza dubbio eletto nel primo Consiglio federale. Lo vediamo qui mentre pronuncia un appassionato discorso in Parlamento. Ma nel 1848 fu inviato a Vienna ad interim come inviato, eletto dal popolo turgoviese come consigliere nazionale ed eletto anche dall’Assemblea federale come primo presidente del Tribunale federale. Nel 1849 Kern divenne anche consigliere di Stato e nel 1850 fu presidente del Consiglio nazionale, presidente del governo turgoviese, presidente del Gran Consiglio e presidente del Tribunale federale. Oggi, una persona con questo numero di incarichi soffrirebbe di un triplo burnout! L’inviato francese attestò al dottor Kern «une influence énorme», affermando che in termini di peso politico era appena dietro ad Alfred Escher.

Municipio Äusserer Stand a Berna

Ma torniamo alla fine del 1847: due giorni dopo la fine della guerra del Sonderbund si riunì per la prima volta la più importante commissione mai riunitasi in Svizzera. In 51 giorni, questa commissione tenne 31 riunioni nel municipio Äusserer Stand di Berna per creare una Costituzione federale svizzera, le cui caratteristiche fondamentali valgono ancora oggi. 23 rappresentanti cantonali – solo Appenzello Interno e Neuchâtel non vollero inviare alcun rappresentante – negoziarono a porte chiuse. Erano esclusi i cattolici conservatori, ma anche gli ultraradicali che volevano uno Stato unitario centralizzato.

Costituzione federale del 1848

La nuova Costituzione federale garantiva l’uguaglianza giuridica di tutti i cittadini. Alla Confederazione fu data la competenza di garantire le rispettive costituzioni cantonali. Fu progettato uno spazio economico unificato senza i dannosi dazi doganali interni. In occasione della distribuzione delle entrate doganali vennero favoriti i Cantoni di montagna più poveri. Vennero standardizzati pesi, misure e servizi postali. La difesa nazionale doveva essere assicurata da un «esercito federale» con carattere di milizia.

Melchior Diethelm

Ma come avrebbe dovuto essere organizzato il futuro Parlamento? Ci futuro dispute accese. Alla fine prevalse il compromesso di un sistema bicamerale basato sul modello nordamericano. D’ora in poi, il Consiglio nazionale avrebbe rappresentato il popolo, mentre il Consiglio degli Stati, con pari diritti, avrebbe rappresentato i Cantoni, seguendo l’esempio della Dieta federale. In questo modo, gli sconfitti dalla guerra del Sonderbund non furono semplicemente travolti. Il fattore decisivo per questa grande vittoria fu il voto del deputato di Svitto, il medico e oste Melchior Diethelm di Lachen.

Al liberale moderato di Svitto erano appena state revocate tutte le cariche cantonali. Ma il suo discorso lasciò il segno. Vedete, si possono ottenere risultati anche se non si è più rieletti!

Consultazioni

Così, il 12 settembre 1848, nacque l’unica democrazia stabile sul continente europeo. Nessuno dei 23 autori della Costituzione avrebbe previsto che la Costituzione federale, giudicata all’epoca inadeguata e nata dalla necessità dei tempi, sarebbe sopravvissuta per 175 anni. I cattolici liberali svolsero un ruolo particolarmente importante, impedendo uno Stato unitario centralizzato e favorendo il compromesso di un sistema bicamerale.

Giuramento del Rütli

Care signore, ci sono cinque date importanti, cinque tappe fondamentali della storia svizzera che dovete ricordare. La prima è il 1291, anno di fondazione della Confederazione. Lo testimoniano il Patto federale, un documento vero conservato negli archivi del Museo dei Patti federali di Svitto, ma anche i miti di Guglielmo Tell e del Giuramento del Rütli. Oggi, personaggi interiormente disturbati chiedono che il 12 settembre sia un giorno festivo in aggiunta o al posto del 1° agosto – per via della moderna Costituzione federale. Ciò significherebbe che la Svizzera avrebbe più compleanni. Mi sembra che questi «accademici» preferiscano negare la propria nascita per poi festeggiare, ad esempio, la data del loro diploma universitario. La loro vita precedente – in gran parte determinata da genitori premurosi – verrebbe cancellata. Non vogliono più il giuramento per l’indipendenza e per una Svizzera indipendente, in modo da essere liberi di portare la Svizzera sotto il dominio straniero – che sia nell’Unione europea, nella NATO, nell’Organizzazione mondiale della sanità e in molti altri di questi club internazionali.

Il Palazzo federale come isola di pace

La seconda data importante oltre al 1291 è – come abbiamo visto – il 1848, anno di fondazione dello Stato federale. Rappresenta il rinnovamento interno della Confederazione. Grazie ai suoi abili pilastri statali di indipendenza, democrazia, federalismo, neutralità ed economia di mercato, il nostro Paese è sopravvissuto anche ai tempi moderni – nel XX secolo, come isola di pace, anche a due micidiali guerre mondiali.

Movimento democratico

La terza data importante è il 1874, allorché la Costituzione federale fu completamente rivista nell’ambito dei movimenti democratici, poiché il popolo voleva introdurre la democrazia diretta e chiedeva più voce in capitolo. Da quel momento in poi, il sovrano non solo poteva eleggere il Parlamento, ma anche votare su questioni sostanziali, lanciare iniziative popolari e referendum. Il popolo e i Cantoni erano ora i legislatori supremi nel pieno senso della parola. Pensate a questo quando viscidi politici si profilano come custodi della Costituzione, che poi calpestano – ad esempio nell’attuazione dell’iniziativa sull’immigrazione di massa o dell’iniziativa espulsione. Vogliono il contrario della nostra Costituzione, ovvero l’abolizione dell’indipendenza e dell’autodeterminazione della Svizzera, l’abolizione dello Stato di diritto democratico e della neutralità armata.

No al SEE nel 1992

La quarta data importante da ricordare è il 1992, il 6 dicembre 1992 per l’esattezza. All’epoca in Svizzera il popolo e i Cantoni ebbero la forza di dire no allo Spazio economico europeo (SEE) e quindi alla successiva adesione all’Unione europea. Il 50,3% degli elettori e 18 Cantoni e Semicantoni respinsero questo trattato coloniale, che avrebbe insediato Bruxelles come legislatore e giudice supremo. Sebbene all’epoca la classe politica avesse previsto il declino della Svizzera, il nostro Paese è sopravvissuto magnificamente.

Parmelin a Bruxelles, 2021

E infine dobbiamo ricordare la quinta data come una pietra miliare nella storia della Svizzera: il 26 maggio 2021 il Consiglio federale ebbe la forza e il coraggio di dire no a un simile trattato coloniale. Vale a dire, di dire no al legame istituzionale con l’UE, che a sua volta ci avrebbe dato Bruxelles come legislatore, giudici stranieri e, per di più, clausole ghigliottina che avrebbero ricattato il popolo con «misure compensative» a ogni votazione. È stato il viticoltore dell’UDC e presidente della Confederazione Guy Parmelin a depositare il messaggio del no a Bruxelles. Purtroppo non gli è stato permesso di dirlo con la stessa chiarezza dell’ex presidente della Confederazione Jonas Furrer 175 anni prima: «La Svizzera indipendente continuerà a governare se stessa!»