Programma in contrasto con la neutralità
Poco dopo l’inizio della guerra in Ucraina, a Berna è stato varato un programma che sta distruggendo sempre più la credibilità della neutralità. La Svizzera, che fino a quel momento aveva agito in modo indipendente in politica estera, si è trasformata in una marionetta degli Stati Uniti e dell’UE. Sono seguite azioni ridicole, come il «viaggio» a Kiev della presidente del Consiglio nazionale Irène Kälin nel maggio 2022, inscenato con grande clamore mediatico, e l’apparizione in video del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj nella sala del Consiglio nazionale durante la sessione estiva delle camere federali. Ancora più grave, però, è la volontà di Berna di vendere alla Germania i carri armati Leopard 2 provenienti dagli arsenali dell’esercito svizzero. Questo trasferimento di carri armati colma le carenze delle forze armate tedesche a seguito del trasferimento di loro carri armati all’Ucraina. Ciò significa che l’equipaggiamento bellico pesante svizzero sta andando in zona di guerra. Completamente svincolati e senza alcun sostegno democratico, i vertici del DDPS e dell’esercito stanno preparando a grande velocità, dietro le quinte, una partnership di guerra con la NATO.
La Svizzera, serva della Corte penale internazionale
E ora la Svizzera si posiziona come tirapiedi della Corte penale internazionale (CPI) dell’Aia. I funzionari svizzeri svolgeranno missioni insieme alla magistratura, alla polizia e all’esercito ucraini con l’obiettivo di indagare sui crimini di guerra russi. In veicoli blindati e avvalendosi delle infrastrutture di comunicazione ucraine, i funzionari svizzeri si recheranno al fronte. Vanno letteralmente in guerra insieme a una delle forze in conflitto e vogliono mettere alla berlina la parte belligerante russa. Nel contempo, si girano dall’altra parte quando si tratta di verificare se l’Ucraina rispetta i suoi obblighi di diritto internazionale. La Berna federale sta cercando in tutti i modi di tenere nascosta questa missione, che è contraria alla neutralità, evidentemente sapendo che l’intera operazione è uno scandalo.
La missione della CPI deve essere fermata
La missione rinnega tutti i precedenti principi di politica estera e di neutralità. La necessaria parità di trattamento da parte della Svizzera neutrale, che è la base assoluta per il successo della diplomazia di pace e per l’aiuto umanitario urgentemente necessario per tutti coloro che soffrono, viene deliberatamente distrutta dai fanatici dell’adesione all’UE-NATO guidati da una irrazionale e antisvizzera dipendenza dalla grande potenza. «Questi ambienti agiscono in modo estremamente grave contro gli interessi e la sicurezza della Svizzera e del suo popolo. Pro Svizzera chiede che la missione venga fermata immediatamente!», afferma Stephan Rietiker, presidente di Pro Svizzera. Non è compito della Svizzera neutrale fungere da «investigatore» per la Corte internazionale di giustizia. Pro Svizzera chiede ai politici di rivelare all’opinione pubblica i retroscena di questo attivismo, di indagare sul ruolo della responsabile di Fedpol, della Valle, e di rimettere finalmente in carreggiata la politica estera, in particolare la politica di neutralità, affinché la Svizzera neutrale possa tornare ad assumere in modo credibile il suo tradizionale ed efficace ruolo nella comunità mondiale. Prima ancora di presentare l’iniziativa per la neutralità, Pro Svizzera esaminerà ed elaborerà ulteriori misure affinché si possa porre fine ai dannosi comportamenti di Berna e si possa nuovamente adempiere ai compiti della Svizzera neutrale elencati all’inizio.