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La leadership del DDPS sulla linea della NATO contraria alla neutralità: La consigliera federale Amherd deve essere fermata

Il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) annuncia che il 6.7.23 la ministra della difesa austriaca Klaudia Tanner e il ministro della difesa tedesco Boris Pistorius saranno ricevuti a Berna dalla consigliera federale Viola Amherd. Il tema principale sarà l'ampliamento della cooperazione in campo militare e la firma di una dichiarazione d'intenti che prevede la partecipazione attiva della Svizzera allo scudo missilistico europeo denominato «European Sky Shields». Nello stesso comunicato stampa si legge che il Consiglio federale intende ampliare la cooperazione militare con la Germania e l'Austria, membri della NATO, (citazione) «anche in considerazione del fatto che il Consiglio federale - pur rispettando la neutralità - vuole orientare la politica di sicurezza e di difesa della Svizzera in modo più coerente di prima verso la cooperazione internazionale».

L’adesione alla NATO sta avanzando

Il Movimento apartitico Pro Svizzera è profondamente preoccupato per il fatto che, sotto la guida del capo del DDPS Viola Amherd e di «subordinati ben disposti nei suoi confronti» come il capo dell’esercito, il comandante di corpo Thomas Süssli, nonché i quadri dell’amministrazione civile dell’esercito, si stia preparando – «coerentemente» – il terreno per l’adesione alla NATO. Questa «tattica del salame» di costringere la Svizzera nel corsetto internazionale a «dosi omeopatiche», aggirando l’elettorato e il Parlamento, è ben nota. Non c’è una base né giuridica né politica – e certamente non ci sono decisioni popolari! – che permettano al Consiglio federale di muoversi in direzione della «NATO».

Le ambizioni NATO dell’attuale dirigenza del DDPS devono essere fermate immediatamente. Pro Svizzera raccoglierà perizie specialistiche nel dossier della politica di sicurezza, eserciterà un’influenza in parlamento e valuterà se l’orientamento sbagliato delle forze armate verso una maggiore cooperazione internazionale debba essere fermato con petizioni popolari (iniziative, referendum) e altre azioni.

Le «clausole di neutralità» sono uno scherzo

Pro Svizzera critica la dirigenza del DDPS per aver trascurato l’equipaggiamento dell’esercito svizzero e la prontezza bellica dei membri delle forze armate, facendosi invece  notare sulla scena internazionale con frenetiche acrobazie di «ingraziamento» – tra l’altro con bizzarre azioni di rivendita di carri armati a Berlino. In questo processo, la neutralità svizzera viene ignorata come irrilevante e senza alcun chiarimento. Il comune e superficiale slogan del Consiglio federale «nel rispetto della neutralità» è aria fritta. Non si basa né su un esame necessario e sostanziale della legge sulla neutralità, né sulla politica di neutralità, né su un quadro aggiornato delle minacce per la Svizzera. A quanto pare, a Berna è vietato pensare alla politica di sicurezza. Partecipando allo scudo missilistico europeo, l’intera difesa aerea della Svizzera diventerà ancora più dipendente dall’estero. Coloro che vogliono mettere in comune l’acquisto di armamenti, l’addestramento e la manutenzione con i paesi della NATO, tra gli altri, stanno abbandonando la sovranità e sono pronti a cancellare lentamente ma inesorabilmente la neutralità svizzera, mettendo così in pericolo la sicurezza della popolazione. La «clausola di neutralità» messa in campo dalla direzione del DDPS, secondo la quale la Svizzera dovrebbe ritirarsi dal progetto «Scudi celesti europei» se un paese partner fosse coinvolto in un conflitto militare, è una banalizzazione inammissibile e fuori dalla realtà. La cooperazione auspicata difficilmente permetterà alla Svizzera di dire semplicemente addio. Ancora una volta, il sovrano viene menato per il naso e preso per stupido.

La Svizzera diventa un bersaglio

Il fatto che la Svizzera, con un sistema di difesa aerea «europeo», diventi un bersaglio per eventuali aggressori è particolarmente grave. La Svizzera si sta integrando in un sistema di armi in cui la NATO avrà un ruolo importante, se non centrale. Ciò significa che anche la Svizzera, come territorio, diventerà un obiettivo «appetibile» per motivi tattici.

Il DDPS mette in pericolo i militi

La signora Amherd è ansiosa di fare la sua comparsa sulla scena internazionale. Quando i membri attivi delle forze armate – compresi i quadri – informano che il loro equipaggiamento non consente nemmeno di combattere «droni a basso costo» e che una brigata meccanizzata non è ancora completamente equipaggiata, ci si chiede se la signora Amherd, e il Consiglio federale nel suo complesso, prendano ancora sul serio il mandato di proteggere l’indipendenza e la neutralità, nonché la vita dei militi.

Pro Svizzera chiede:

  • L’elaborazione di una visione solida e di una dottrina coerente per un esercito credibile che, nell’attuale situazione di minaccia, garantisca una difesa indipendente nel quadro della neutralità.
  • L’aumento degli effettivi dell’esercito in modo da poter realizzare concretamente questa visione.

L’acquisto di sistemi di armamento all’avanguardia e urgenti – per es. di difesa aerea (Iron Dome), droni come strumenti di combattimento e ricognizione, ciberguerra, ecc. – come pure di un moderno equipaggiamento di tutti membri delle forze armate.