Pro Svizzera chiede al Consiglio federale di posizionare la Svizzera come baluardo dello Stato di diritto e dei diritti di proprietà, come ha già fatto questa settimana la direttrice della Segreteria di Stato dell’economia (Seco), Helene Budliger, di fronte alle accuse infondate del governo statunitense. Le accuse secondo cui la Svizzera non starebbe facendo nulla per combattere l’elusione di beni e servizi sanzionati sono in malafede. La legislazione svizzera prevede già che i beni vengano esaminati per determinare se siano stati acquisiti in modo improprio e a danno di terzi. Stephan Rietiker, presidente di Pro Svizzera, chiarisce: «Non è accettabile che gli ambasciatori degli Stati Uniti e della Germania in particolare perdano ogni pudore diplomatico e sputino sulla sovranità della Svizzera. Il Consiglio federale deve finalmente convocare questi ambasciatori e, se necessario, espellerli».
Si tratta ancora una volta – come dopo la Seconda guerra mondiale o con i patrimoni ebraici non rivendicati – di ricattare la Svizzera per ottenere denaro, affinché abbandoni la neutralità, si adegui alla politica di Washington e di Bruxelles, e la finanzi.