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Analisi della situazione geopolitica

Dr. Stephan Rietiker, presidente Pro Svizzera

Gentili signore, egregi signori, cari amici, In primo luogo, mi rivolgo ai media e che ringrazio in anticipo per la correttezza delle informa-zioni.
Inizio con una citazione molto azzeccata dello sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktum (na-to nel 1949), il fondatore di Dubai, che, alla domanda su come vedeva il futuro del suo Paese, rispose così:
«Mio nonno cavalcava un cammello, mio padre faceva lo stesso, io guido una Mercedes, mio figlio una Land Rover, ma mio nipote tornerà probabilmente a cavalcare un cammello.»
Perché dice questo?
«Ci sono alcuni princìpi che da sempre regolano tutto nella vita. Per essere precisi: i tempi duri formano gli uomini forti, gli uomini forti creano i tempi buoni, i tempi buoni fanno nascere gli uomini deboli e gli uomini deboli creano i tempi duri.».
«Molti non capiranno, ma la prosperità nel nostro Paese produce parassiti, non combattenti per la sopravvivenza.»

Purtroppo, queste risultanze sono applicabili 1:1 all’Europa:

Per quanto riguarda il continente europeo, è rivelatore vedere come l’Occidente, un tempo leader, stia visibilmente degenerando: mentre nell’Alto Medioevo il Papa e la monarchia erano ancora alla guida, con il latino come piattaforma di comunicazione per eccellenza e l’istruzione che avveniva dal pulpito, la stampa ha portato a un’inversione di tendenza a partire dal XV secolo: attraverso la scrittura nella lingua madre, l’istruzione diventò più accessibile.

È così che emerse la classe media istruita fino al XVII secolo. Seguirono l’Illuminismo, la resistenza alle autorità, le rivoluzioni e, nel XVIII secolo, la fondazione degli Stati Uniti attraverso la liberazione militare dal dominio inglese.

Le guerre mondiali e il successivo miracolo economico hanno inaugurato l’ultimo periodo di prosperità nel continente europeo.

Dal 1990 il potere economico si è affievolito, è emersa la politica verde, lo Stato sociale si è ampliato sempre di più, la migrazione è diventata turismo sociale. Internet è diventato la nuova piattaforma di comunicazione globale.

Attualmente (dopo il COVID/ conflitto in Ucraina), la Germania – presunta potenza trainante – soffre di alta inflazione, di grave carenza di manodopera qualificata, disoccupazione, una politica migratoria che le sta sfuggendo di mano e un progressivo impoverimento della classe media.

L’Europa sembra essere intrappolata nel corsetto degli eurofili del clima (zero netto, carbone invece di energia nucleare, addio ai motori a benzina, turbine eoliche al posto dei cervelli (anche se la mancanza di vento sembra essere congruente con la mancanza di vento mentale di certi politici)!

Veganismo al posto della carne, la «Last generation» non vuole figli, le mucche producono troppi gas, la mania della CO2 dilaga, i terroristi climatici si attaccano alle strade.

L’insensata politica climatica, non supportata da alcuna prova scientifica, porta alla deindustrializzazione e, in ultima analisi, all’impoverimento.

Il proibizionismo e la cultura «gender» sono più importanti del successo economico: la sigla ESG (Environment/ Social/ Governance) diventa la linea guida per il successo imprenditoriale.

La cultura «gender» interferisce con la struttura della famiglia e mira a distruggerla, in modo che lo Stato possa comandare (Stäfa insegna!!).

La cultura Woke sta distruggendo la nostra lingua e quindi le nostre reti. La fluidità di genere si sta facendo strada nello sport, distruggendo parti dello sport femminile.

La responsabilità individuale è sempre più sostituita dal centralismo statale.

Oggi, nel mondo occidentale, persone in gran parte sprovvedute governano sotto i dettami degli Stati Uniti.

I fatti storici vengono riscritti e adattati allo spirito del tempo; quelli che non corrispondono allo spirito del tempo vengono cancellati (monumenti, libri) o censurati.

Una piccola élite sa che cosa è bene per noi.

I globalisti vogliono eliminare i governi nazionali (OMS, ecc.).

Viene propagata e sperimentata una visione sbagliata di città da 15 minuti con la limitazione dello spazio d’azione personale.

Una nuova forma di economia pianificata in agricoltura, produzione e alimentazione, che si pensava dimenticata, sta germogliando («Evviva le fattorie collettive»).

Gli eugenisti si adoperano per una massiccia riduzione della popolazione terrestre.

In definitiva, i globalisti vogliono eliminare la libertà individuale a favore di quella collettiva: il tutto sotto il titolo di «democrazia» e «solidarietà».

O come ha detto Klaus Schwab: «Non possiederai nulla e sarai felice». Ci si deve chiedere se la Svizzera debba continuare a finanziare questa assurdità del WEF con denaro pubblico?

Panorama mediatico: in generale, sono rimasti solo pochi media che diffondono informazioni ragionevolmente neutrali anziché «fake news».

Anche la nostra NZZ, sotto il Diktat del caporedattore Eric Guyer, esercita una censura mirata! Ad esempio, la mia replica all’articolo di Thomas Borer sulla neutralità è stata respinta con il commento che, secondo la redazione, l’articolo non rientrava nella «molteplicità di opinioni della NZZ». Attraverso un contatto della redazione della NZZ, tuttavia, so che l’argomento non è mai stato discusso in redazione.

Mi chiedo se l’articolo del 22 maggio 2023 sulla neutralità del noto ideologo di sinistra, professor Jakob Tanner, abbia contribuito alla molteplicità di opinioni della NZZ.

 «La situazione attuale non può essere equiparata a quella del passato. Ma c’è una sorprendente somiglianza tra i sostenitori della neutralità “senza restrizioni” negli anni Trenta e oggi. Consiste nella loro implicita o esplicita partigianeria per gli Stati aggressivi che violano il diritto internazionale e attaccano l’ordine di pace internazionale.»

Quando la sinistra non riesce a pensare a nient’altro, afferra la mazza. E questo con il benevolo sostegno di Eric Guyer, che si sta rivelando sempre più un egocentrico e altezzoso becchino della neutralità e un compiacente strumento dei globalisti!

Un altro problema è l’aumento dei conflitti di interesse, del nepotismo e della corruzione tra i funzionari pubblici, soprattutto nell’UE.

Una citazione di un amministratore delegato ed esperto finanziario tedesco riassume la situazione in Germania: «Se il governo federale fosse sostituito dalla mafia, la corruzione sarebbe dimezzata, ma il fattore divertimento sarebbe raddoppiato». Lo stato della Germania è di vitale importanza per l’UE in quanto è il maggior contribuente netto.

Signore e signori, cari amici:

Si pone ora la questione di come la Svizzera debba comportarsi in questa situazione. L’ambasciatore statunitense in Svizzera, Scott Miller, ha recentemente affermato in modo poco diplomatico: «La Svizzera è il buco nella ciambella». Posso solo replicare a Scott Miller:

«Noi resteremo il prospero buco nella ciambella, cioè un’isola di beatitudine, e la ciambella secca che la circonda potrebbe restarvi in gola!!!» o in inglese, in modo che Scott Miller percepisca sicuramente il messaggio: «May the dry donut get stuck in your throat!». È scandaloso che individui come gli ambasciatori dell’UE, dell’Ucraina, degli Stati Uniti e della Germania credano di dover interferire in modo altezzoso nella politica interna del paese che li ospita, invece di seguire le consuetudini diplomatiche di quest’ultimo.

Immaginate cosa accadrebbe se l’ambasciatore svizzero a Washington facesse commenti critici e altezzosi sull’amministrazione Biden.

Purtroppo, il CF Cassis non ha convocato queste persone dicendo loro senza mezzi termini che le avrebbe espulse in caso di recidiva! Tra l’altro, abbiamo invitato tutti questi ambasciatori all’evento di oggi perché potessero toccare con mano la nostra democrazia: l’ambasciatore della Germania e quello dell’Ucraina non hanno nemmeno ritenuto necessario declinare l’invito!

Per quanto riguarda il conflitto in Ucraina, non dobbiamo lasciarci trascinare dall’idea statunitense di un nuovo fronte orientale europeo.

E cosa fanno i nostri politici, primo fra tutti il Consiglio federale: si contorcono rammaricati ed evitano con cura di prendere posizione. E il Parlamento offre addirittura al Presidente Zelenskyj una tribuna per parlare direttamente al Parlamento. Una mostruosità senza paragoni.

Quando si osserva l’assurdità in tutto il mondo, si dovrebbe ripensare alla citazione di Brecht, e sono felice di ripeterla ancora una volta: «Quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere.».

Il nostro popolo si aspetta che il Consiglio federale protegga il nostro paese e ne garantisca la prosperità e la sovranità.

Purtroppo, ci sono ancora ambienti che, nonostante l’incombente impasse economica dell’UE, vogliono avvicinarvisi o addirittura entrarvi. Qualsiasi mezzo è per loro accettabile, anche l’abbandono della neutralità e l’esternalizzazione della difesa nazionale alla NATO. Non cadiamo in questo gioco di prestigio da parte della sinistra rossoverde e purtroppo, anche di parte del PLR: la nostra neutralità armata e permanente, basata su un esercito credibile, è la migliore assicurazione per una vita in libertà e prosperità. Pro Svizzera si atterrà a questo fondamento con tutte le sue forze.

Come vi avevo anticipato a ottobre, il Comitato esecutivo ha effettuato una valutazione e, in uno spirito di economia degli sforzi, ha deciso di definire 3 temi centrali con relativi gruppi di lavoro:

1.         Neutralità    

2.         Sovranità

3.         Politica estera, in particolare i nostri rapporti con l’UE

Neutralità

La neutralità permanente, integrale e armata non è un’espressione di viltà, come alcuni sostengono ma, al contrario, è un segno di forza e di perseveranza. Ci ha salvato dal conflitto armato nella Seconda guerra mondiale.

È importante spiegare chiaramente ai nostri partner cosa intendiamo per neutralità e rispettarla rigorosamente, perché la nostra neutralità è valida solo nella misura in cui viene percepita dalla comunità mondiale.

In nessun caso dobbiamo adattare o piegare la nostra neutralità alla pressione delle circostanze attuali.

Il fatto avere adottato le sanzioni contro la Russia ci ha danneggiato enormemente.

Ci danneggia ancora di più quando dimostriamo una mancanza di fermezza nei confronti del mondo esterno.

Anche le dichiarazioni della CEO di RUAG, la signora Beck, che ha pubblicamente invitato altri Paesi a violare la legge, sono fonte di scherno e di disprezzo. La signora Beck e tutti i membri responsabili del Consiglio di Amministrazione di RUAG dovrebbero essere licenziati immediatamente.

Non bisogna dimenticare che gli stessi ambienti – centro, rossoverdi e parte del PLR – che volevano un inasprimento delle leggi sull’esportazione di armi per motivi pacifisti, ora fanno marcia indietro in relazione all’Ucraina. Non è questo il modo di agire. Non ha nulla a che vedere con l’affidabilità. E ora il Consiglio federale è tornato sui suoi passi e vuole rifornire la Germania di vecchi carri armati Leopard. Questo è un vero e proprio tradimento della neutralità!

È evidente che dobbiamo regolamentare in modo più chiaro la questione della neutralità, ed è per questo che Pro Svizzera sostiene senza riserve l’iniziativa per la neutralità. Essa fissa e definisce in modo preciso e trasparente nella Costituzione la neutralità permanente, integrale e armata.

In questo modo, il nostro Consiglio federale riceve istruzioni chiare e il sostegno del popolo. Ci aspettiamo che il Consiglio federale si assuma le proprie responsabilità e sfrutti appieno la neutralità come piattaforma per il mantenimento della pace, la costruzione della pace e le missioni umanitarie.

Sarebbe certamente utile anche scambiare idee e connettersi con altri Stati neutrali.

Invito tutti voi a sostenere attivamente l’iniziativa per la neutralità e a pubblicizzarla tra i vostri conoscenti. Il tema della neutralità sarà l’argomento centrale di questo pomeriggio, e per questo motivo non voglio approfondirlo in questa sede.

Souvranità

La più grande minaccia attuale alla nostra sovranità proviene dall’OMS, rispettivamente dalle nuove direttive sanitarie internazionali (DSI) e dal nuovo Patto dell’OMS.

Mentre un tempo l’OMS era una bussola per l’azione umanitaria a favore della salute globale, sotto l’attuale direttore generale è degenerata in un’organizzazione sovrannazionale focalizzata solo sul profitto e sul controllo, che vuole usurpare il potere dei governi a ogni costo. E la recente comunicazione di un seggio accordato alla Corea del Nord nel Consiglio esecutivo dell’OMS non può certo essere vista come una misura di rafforzamento della fiducia…

Inoltre, riceve un massiccio sostegno finanziario da Stati Uniti, Germania, Bill Gates e, cosa interessante, dal WEF. Andrebbe oltre lo scopo di questa relazione entrare in tutti i dettagli, ma essenzialmente si tratta di quanto segue:

– l’OMS sta diventando il governo mondiale della sanità, le sue direttive sono vincolanti per il diritto internazionale

– il direttore generale può dichiarare una pandemia in qualsiasi momento e senza consultazioni (abbiamo visto con la pandemia COVID come l’OMS abbia raccomandato misure e trattamenti scientificamente non supportati e si sia rifiutata di impegnarsi in qualsiasi discorso scientifico!)

– dignità, diritti umani e libertà fondamentali delle persone non devono essere rispettati

– One Health: la salute viene messa tutta su uno stesso piano dichiarato vincolante per tutti i paesi, con susseguente mandato di controllo sulle pandemie. Le raccomandazioni diventano obblighi. L’applicazione può avvenire per via poliziesca o militare.

– l’OMS può ordinare farmaci e vaccinazioni obbligatorie per tutti

– l’OMS può ordinare la produzione di farmaci e altri prodotti medici

– introduzione di un certificato di vaccinazione digitale globale obbligatorio

– estensione all’agricoltura e all’alimentazione pianificata

– l’immunità naturale è «abolita»: chiunque non sia completamente vaccinato viene classificato come malato (codice speciale ICD)

– Decisioni nel corso del 2023, valide a partire dal 2024

Sorprendentemente, il Consigliere federale Berset non ha finora coinvolto il Parlamento nella discussione e ha liquidato le domande/interpellanze con vaghi luoghi comuni. Inoltre, è stato nominato un gruppo di negoziatori il cui mandato è sconosciuto. Questo ci deve rendere sospettosi e diffidenti!

Sulla base degli attuali progetti di trattati, si deve affermare senza mezzi termini che non sarà più necessario discutere di neutralità e sovranità una volta che questi trattati e regolamenti saranno entrati in vigore.

Per questo motivo abbiamo formato un gruppo di lavoro che lancerà una campagna contro questi nuovi trattati per impedirne la ratifica. Il lancio avverrà il 14 giugno in occasione di una conferenza stampa di Pro Svizzera a Berna, dove forniremo informazioni esaustive sugli aspetti legali.

Vi terremo informati attraverso la nostra homepage o Attualità Pro Svizzera.

Politica estera/Rapporti con l’UE

Abbiamo formato un gruppo di lavoro, composto anche da personalità esterne, che monitora in modo proattivo ciò che accade a Berna e a Bruxelles, ci fornisce un quadro della situazione e avanza proposte concrete.

Il 21 maggio abbiamo inviato una lettera aperta al Consiglio federale in cui abbiamo riassunto le nostre linee rosse non negoziabili nei confronti dell’UE. Queste sono:

1.         Nessuna ripresa dinamica, rispettivamente automatica di leggi UE di follow up

2.         Nessuna subordinazione della legislazione svizzera, compresi il diritto referendario e la giurisprudenza, alla giurisdizione della Corte di giustizia dell’UE (CGUE).

3.         Nessun legame giuridico tra gli accordi con le cosiddette clausole «ghigliottina»

4.         nessun obbligo di collegare l’Accordo di libero scambio del 1972 con una «clausola ghigliottina» ad altri pacchetti di accordi, nessun programma vincolante per «modernizzare» l’Accordo di libero scambio e nessuna collocazione dell’accordo nel regime di un possibile quadro istituzionale

5.         nessuna ripresa della direttiva sulla cittadinanza dell’Unione nella libera circolazione delle persone

Dal nostro punto di vista, l’attuale frenesia operativa di alcuni politici è assolutamente incomprensibile. Si possono ottenere risultati positivi nei negoziati solo irradiando calma e forza. Siamo parte del continente europeo ma non dell’UE. Negoziamo, se necessario, su un piano di parità e non con la veste del penitente.

In ogni caso, molte aziende dell’UE vogliono commerciare con la Svizzera e informalmente le cose vanno abbastanza bene anche senza Bruxelles. Molte presunte barriere commerciali possono essere superate con relativa facilità.

E l’UE non ha assolutamente sotto controllo la questione dell’elettricità, quindi dobbiamo comunque occuparcene da soli.

L’unico vero punto critico che deve essere regolamentato al più presto è la migrazione, rispettivamente la circolazione incontrollata delle persone. Siamo in contatto con altre organizzazioni che la pensano allo stesso modo e reagiremo in modo mirato a seconda del corso degli eventi.

In ogni caso, la Svizzera non dovrebbe concentrarsi solo sull’UE, ma intensificare i contatti con gli Stati partner esistenti e possibili, se non altro per minimizzare i rischi: Stati Uniti, Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, Arabia Saudita), ecc. Perché una cosa è chiara: le prospettive future dell’UE sono poco rosee. Al contrario dei paesi BRICS, dove si trova il motore della crescita del futuro.

Per questo ci aspettiamo che il Consiglio federale riconosca le priorità e reagisca di conseguenza.

Arrivo quindi ad alcune osservazioni di carattere amministrativo:

Da ottobre, l’ex ufficio ASNI di Lauterbrunnen opera come ufficio di Pro Svizzera. Sono stati aggiunti alcuni compiti legati alle iniziative/referendum, per cui abbiamo leggermente rafforzato l’ufficio in termini di personale: Stephan Rossel è vicedirettore generale e affianca il nostro direttore generale Werner Gartenmann.

Per supportare Sandra Flück, al momento stiamo ancora cercando una persona a tempo parziale. Abbiamo recentemente inviato il primo numero di Attualità Pro Svizzera. Inoltre, abbiamo creato una pagina web che viene costantemente aggiornata. Abbiamo anche iniziato ad alimentare i social media. Due consulenti esterni ci stanno aiutando a raggiungere i giovani sui loro canali. I giovani hanno un ruolo sempre più centrale per noi!

Poiché facciamo politica su questioni concrete e non siamo impegnati in nessuna dottrina di partito, dobbiamo anche riuscire a conquistare i rappresentanti di altri partiti alle nostre preoccupazioni. In questo senso abbiamo già registrato qualche successo!

Prima di concludere, sono doverosi alcuni ringraziamenti:

Grazie all’ufficio e in particolare al nostro direttore generale Werner Gartenmann e a Sandra Flück.

Grazie al Comitato direttivo

Grazie a tutte le volontarie e ai volontari

Grazie alla banda musicale Pro Svizzera

Grazie all’ex Consigliere federale Christoph Blocher, che con la sua immensa esperienza nel circo politico è lieto di offrirci la sua consulenza.

Pro Svizzera si atterrà con fermezza ai propri principi e farà tutto il necessario per garantire che la neutralità, la sovranità e la libertà siano salvaguardate e preservate a lungo termine.

Né la censura né i tentativi di emarginazione ci impediranno di farlo.

A questo scopo, cari amici, abbiamo bisogno di ognuno di voi! Sosteneteci e reclutate membri. Se ognuno dei 26.000 membri ne reclutasse solo uno nuovo, supereremmo i 50.000! Abbiamo bisogno di questo peso e anche dei mezzi finanziari per affermarci.

Per quanto riguarda il nostro il nostro campo d’azione nei confronti di governo e amministrazione, riprendo parole dell’imperatore romano Caligola: «Possono anche non amarci, fintanto che ci temono.»

Vorrei concludere le mie osservazioni con una confidenza: recentemente mi è stato chiesto se fossi anti-UE. Ho risposto di no, sono pro Svizzera. Il nome dice tutto. Siamo ottimisti: abbiamo nelle nostre mani la possibilità di plasmare il nostro futuro. Non lasciamoci mettere all’angolo. Non so se il nodo gordiano con l’UE possa essere sciolto. Noi restiamo aperti, ma è l’UE che deve muoversi, non noi! Se non riusciamo a raggiungere un accordo, allora dobbiamo abbandonare il tavolo dei negoziati e cercare altri partner. Dobbiamo essere coraggiosi e determinati. Nella nostra storia abbiamo spesso dovuto superare sfide difficili e alla fine ne siamo usciti positivamente! Lo dobbiamo ai nostri antenati e alle giovani generazioni!

Grazie a tutti Voi, cari amici, per il Vostro impegno e il Vostro sostegno.

Questo ci mette le ali! Lo facciamo tutti nella consapevolezza e nello sforzo di preservare il nostro meraviglioso paese per le prossime generazioni.

Alla nostra libera, neutrale e prospera Svizzera! Switzerland first and forever!