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La Svizzera accetta una risoluzione unilaterale dell’ONU: Una vergognosa violazione della neutralità da parte del DFAE

Venerdì, all’Assemblea Generale dell’ONU la «Svizzera» ha votato a favore di una risoluzione proposta dagli Stati arabi e da altri esempi di democrazia come Russia, Iran, Venezuela e Cuba, insieme ad altri 119 Stati. Questa risoluzione chiede un «cessate il fuoco umanitario» in Medio Oriente senza nemmeno menzionare, né tanto meno condannare, gli atroci crimini di Hamas contro i civili israeliani.

Ora, a differenza delle decisioni del Consiglio di sicurezza, le numerose risoluzioni dell’Assemblea Generale sono inefficaci, solo aria fritta. Tuttavia, oltre agli Stati Uniti e a Israele, alcuni Stati hanno avuto il coraggio di dire no, tra cui, dall’Europa, la Croazia, la Repubblica Ceca, l’Ungheria e, cosa notevole, la nostra vicina e neutrale Austria. Altri paesi europei si sono astenuti, il Regno Unito, i Paesi Bassi, la Svezia, la Finlandia, la Danimarca, l’Italia, la Germania, la Polonia, l’Estonia, la Lettonia, la Lituania, la Slovacchia, la Grecia, Cipro, la Romania, la Bulgaria, la Macedonia del Nord, la Serbia, l’Albania, l’Islanda e, naturalmente, l’Australia, il Canada e il Giappone. Baerbock, il ministro degli Esteri tedesco, solitamente critico nei confronti della risoluzione, ha detto chiaramente che il suo paese non poteva accettare una risoluzione che non menzionasse per nome le atrocità di Hamas. La Svizzera si mette così ai margini, in opposizione alla stragrande maggioranza degli Stati vicini, all’UE e alla NATO. Questo non per sottolineare l’indipendenza e la neutralità della Svizzera, ma per ululare con i lupi degli Stati dittatoriali e rendersi popolare presso di loro.

L’operazione israeliana contro i criminali di Hamas, come ogni azione militare, è limitata dal diritto internazionale di guerra. Il belligerante deve proteggere il più possibile la popolazione civile, può combattere solo i combattenti e deve rispettare il principio di proporzionalità nei suoi attacchi. Gli Israeliani ne sono ben consapevoli. Da settimane chiedono alla popolazione civile di lasciare l’area a nord di Gaza, particolarmente a rischio, mentre Hamas glielo impedisce per poterla usare come scudo umano, un crimine di guerra. Ma i limiti del diritto internazionale di guerra sono compensati dal diritto all’autodifesa degli aggrediti, sancito anche dalla Carta delle Nazioni Unite.

In quanto paese sede della Croce Rossa, la Svizzera neutrale dovrebbe ricordare alle parti in guerra i loro obblighi giuridici. Ma se, allo stesso tempo, permette che gli orribili crimini di una banda di assassini, responsabili della situazione odierna, passino sotto silenzio, si rende colpevole e inaffidabile.

Il DFAE afferma che il consigliere federale Cassis aveva approvato in precedenza questa stupidaggine. Questo farebbe addirittura peggiorare la cosa. Da anni, tuttavia, si nota che in questo dipartimento si sta diffondendo una visione unilaterale del conflitto mediorientale, che talvolta sfiora i confini dell’antisemitismo. In ogni caso, l’ambasciatrice svizzera all’ONU Pascale Baeriswyl è impegnata a New York in un attivismo di sinistra che non ha nulla a che fare con la neutrale Svizzera. Per la sua rielezione il 13 dicembre, Cassis dipende dai voti dei partiti borghesi, in particolare dell’UDC. Pro Svizzera lo invita a non lasciarsi più influenzare dai suoi funzionari di sinistra e filo-arabi, ad assumersi le proprie responsabilità e a mettere ordine nel suo ministero.