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Il parlamento ha perso la bussola in materia di neutralità

Presentazione del Walter Wobmann, consigliere nazionale, vicepresidente Pro Svizzera e presidente del comitato d’iniziativa «Salvaguardia della neutralità svizzera»

Stimati rappresentanti dei media

Anche da parte mia, un cordiale benvenuto alla nostra conferenza stampa.

Lʼattuale dibattito in parlamento sulla neutralità della Svizzera dimostra che il Consiglio federale, ma soprattutto gran parte del parlamento, hanno perso la bussola!

Quasi ogni giorno vengono avanzate nuove proposte su come la Svizzera potrebbe ammorbidire la sua neutralità per fornire armi allʼattuale zona di guerra. Vengono utilizzati i trucchetti di prestigio più scandalosi: per esempio, gli armamenti prodotti in Svizzera possono essere forniti da paesi terzi alle zone di guerra o alle parti in conflitto dopo 5 anni – e questo è possibile con effetto retroattivo! Con questo effetto retroattivo, la Svizzera si sta rendendo totalmente ridicola e sta diventando un paese imprevedibile e inaffidabile, perché nessuno sa cosa potrebbe rendere possibile la prossima volta in modo retroattivo. Questo trucchetto da prestigiatore – e non la nostra insistenza sulla neutralità, che è nota e riconosciuta da decenni – danneggia la reputazione del nostro paese!

Altrettanto dannosa è la commistione di competenze politiche: nel nostro paese, solo il Consiglio federale è responsabile della politica estera. Il parlamento deve rimanere fuori da queste questioni e non può perseguire una politica estera indipendente.

Come per altri accordi di politica estera, come per esempio i negoziati con lʼUE, alcuni ambienti politici ricorrono a un vocabolario di paura e invocano pericoli come «isolamento», «esclusione» e «chiusura». Allo stesso modo, cercano di sfruttare la crisi e la paura degli Svizzeri per la sicurezza del nostro paese, al fine di legare ulteriormente la Svizzera a organizzazioni internazionali come la NATO.

Ma la sicurezza del nostro paese non è minacciata dalla nostra autonomia, bensì dallʼabbandono della nostra neutralità!

E cosa cʼè veramente dietro questa paura? Non vogliamo contestare a nessuno lʼimpegno personale per la pace. Ma al centro della questione cʼè il fatto che anche un gran numero di politici federali vorrebbe essere sulla scena internazionale, essere sotto i riflettori e, soprattutto, farsi una foto con
il Presidente Zelensky!

Il ruolo del mediatore neutrale, che non è sotto i riflettori e non attira lʼattenzione attraverso viaggi e incontri di grande effetto mediatico, ma agisce sullo sfondo, non è sufficiente per questi ambienti, perché questo lavoro non produce foto a effetto per i social media.

Ma ci sono anche dei raggi di speranza, rispettivamente qualche voce del buonsenso: va sottolineato che tutti questi tentativi di indebolire la nostra neutralità non sono solo criticati politicamente, ma sono anche classificati da diversi giuristi costituzionali come incompatibili con la nostra legislazione
e la nostra Costituzione.

È altrettanto positivo notare che il Consiglio federale ha finora respinto chiaramente tutte le richieste di fornitura di munizioni e armi a una delle parti in conflitto. Il Consiglio federale ha così riacquistato una certa credibilità.

In questo contesto, va sottolineato che lʼattacco della Russia allʼUcraina è chiaramente da condannare. Ma non spetta alla Svizzera lanciarsi nella frenesia della fornitura di armi a livello internazionale.

Il compito della Svizzera è ora quello di utilizzare in modo chiaro e coerente i suoi punti di forza come mediatrice umanitaria e luogo neutrale di «buoni uffici» per gli aiuti umanitari e i negoziati di pace, allo scopo di porre fine alla guerra il più rapidamente possibile.

In questo senso, Pro Svizzera si opporrà con referendum alle urne a qualsiasi ammorbidimento
della legge sul materiale bellico che violi la neutralità integrale e permanente della Svizzera.Gli attuali sondaggi già citati, indicano che Pro Svizzera può già contare su ampi settori della popolazione svizzera.

Allo stesso modo, porteremo avanti ancora più rapidamente la nostra iniziativa popolare per preservare la nostra neutralità, in modo che il popolo svizzero possa votare al più presto sulla neutralità della Svizzera e quindi sulla sicurezza, la pace e la libertà.

Pro Svizzera, tuttavia, non si occuperà solo di referendum e di portare in votazione popolare unʼiniziativa, ma si è già attivata adesso, in vista dellʼattuale sessione primaverile, affinché nella Berna federale le fondamenta del nostro sistema statale non vengano sacrificate in modo avventato sull’altare del coinvolgimento internazionale. Vorrei ora cedere nuovamente la parola al presidente di Pro Svizzera, Stephan Rietiker.