Pro Svizzera giudica criticamente le prestazioni fornite da Alain Berset. Sotto la sua guida, la politica Covid è degenerata in una farsa. All’inizio, l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), a lui sottoposto, non era sufficientemente preparato, se non addirittura impotente, e disorientato in termini di comunicazione di crisi, valutazione della situazione, raccolta di informazioni e fornitura di materiale protettivo. Anche in qualità di capo del Dipartimento federale dell’interno (DFI), non è riuscito a tenere sotto controllo, di concerto con altri dipartimenti, le gravi carenze della preparazione nazionale. Inoltre, durante il «periodo Corona» ha mantenuto una vicinanza inaccettabile al gruppo mediatico Ringier. Queste osservazioni sono spassionate e indipendenti dall’effettiva pericolosità del Covid. Alain Berset si è sottomesso in modo del tutto acritico ai dettami sul Covid dell’OMS, ne ha adottato ciecamente le raccomandazioni e ha così indirizzato anche il Consiglio federale nella direzione sbagliata in materia di legge d’emergenza, a scapito della sovranità e della democrazia diretta del paese. È anche responsabile del fatto che la Svizzera ha partecipato ai negoziati per un accordo sulla pandemia valido a livello globale e per nuove regole sanitarie internazionali dell’OMS, senza un’analisi critica e senza un ampio mandato. Fino alla fine, non è stato apparentemente disposto a rivelare in modo trasparente il contenuto di questi negoziati.
Il presidente in carica della Confederazione non ha messo la sovranità e la democrazia diretta della Svizzera al centro della sua attività di governo. Pertanto, le dimissioni sono benvenute. Pro Svizzera invita i partiti e l’autorità elettorale, l’Assemblea federale, a preparare ed eseguire scrupolosamente la successione di Berset. Il benessere delle cittadine e dei cittadini, e la sovranità della Svizzera, devono essere in primo piano nella successione.