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Appello del CEO di RUAG a violare la legge: la Berna federale dorme o copre?

In qualità di CEO di RUAG AG, Brigitte Beck ha incoraggiato gli Stati acquirenti di materiale bellico svizzero, in occasione di un incontro pubblico tenutosi all'inizio di maggio 2023, a ignorare il divieto di riesportazione. A suo avviso, Spagna e Germania, tra altri, dovrebbero continuare a fornire munizioni svizzere all'Ucraina.

In questo modo, non solo ha fatto appello alla violazione della legge e dei contratti, ma si è anche opposta alle relative decisioni del Consiglio federale e della maggioranza parlamentare. L’8 maggio 2023, il movimento apartitico Pro Svizzera ha condannato con la massima fermezza questo comportamento gravemente negligente, sovversivo e dilettantesco da parte della direttrice dell’azienda d’armamenti RUAG, di proprietà della Confederazione. Soprattutto nell’attuale situazione europea e geopolitica, in cui la neutralità della Svizzera è diventata un caso acuto, la signora dovrebbe attenersi rigorosamente al mandato della sua funzione di CEO e astenersi completamente dal rilasciare dichiarazioni personali in pubblico.

Inoltre, è urgente chiedersi se l’entourage comunicativo della signora Beck abbia le competenze necessarie per rappresentare l’azienda di armamenti verso l’esterno con la necessaria diligenza. Pro Svizzera è molto sorpresa che il Consiglio di amministrazione della RUAG non porti avanti la questione e non si faccia sentire. È vero che la consigliera federale Viola Amherd si è lasciata più o meno sfuggire in una recente intervista, che non ritiene felici le esternazioni e che il Consiglio di amministrazione deve agire. Pro Svizzera, tuttavia, esige che la signora Amherd si assuma le sue responsabilità di membro del governo nazionale e adempia al suo dovere di vigilanza.

Pro Svizzera chiede al Consiglio di amministrazione della RUAG di informare immediatamente l’opinione pubblica se intende coprire la cattiva condotta della signora Beck senza conseguenze. Se il Consiglio di amministrazione ha avviato indagini interne, ci si aspetta che l’opinione pubblica sia immediatamente informata dei risultati disponibili.

Pro Svizzera ribadisce la richiesta di una rapida sostituzione della signora Beck. La neutralità della Svizzera non consente né di procedere a zig-zag in politica estera né, tantomeno, di fare appello ad azioni illegali. Un simile comportamento danneggia la credibilità della Svizzera. Pro Svizzera si riserva il diritto di proseguire con gli accertamenti giuridici già in atto, con l’obiettivo di intraprendere un’azione penale contro la CEO.