L’accordo quadro con l’Unione Europea, ribattezzato “accordo di sottomissione”, rappresenta una resa senza condizioni della nostra sovranità. Dietro formule ambigue e tecnicismi giuridici si cela un progetto chiaro: inglobare progressivamente la Svizzera nell’ordinamento giuridico dell’UE, con giudici stranieri, diritto europeo dinamico e, soprattutto, la fine della nostra autodeterminazione. Non è solo una questione politica o economica: è la rinuncia a ciò che ci rende unici.
Se dovessimo accettare questo accordo, i futuri sviluppi legislativi dell’UE ci verranno imposti, senza possibilità di opposizione. I giudici europei avranno l’ultima parola, non più il nostro popolo, non più i nostri tribunali. E con ogni nuova modifica di un trattato, sarà Bruxelles a decidere, non più Berna, e ancor meno il popolo svizzero.
Ma il pericolo più grave è quello che riguarda la nostra democrazia diretta, il cuore pulsante del nostro sistema politico. L’accordo prevede meccanismi per “evitare conflitti” tra diritto svizzero e diritto europeo: in altre parole, ogni iniziativa popolare che possa disturbare Bruxelles dovrà essere corretta, ritirata o, più semplicemente, impedita. Questo non è progresso. È sottomissione. È la fine della libertà di scelta per i cittadini svizzeri.
Fortunatamente, abbiamo ancora un’arma formidabile: la democrazia diretta. Uno strumento che nessun altro popolo possiede con la nostra intensità. E questa volta dovremo usarla bene. Dire NO all’accordo significherà affermare una volta per tutte che la sovranità non si vende, non si cede e non si scambia per promesse vaghe di “accesso al mercato”.
Questa sarà forse l’ultima occasione per usare la nostra democrazia diretta in piena libertà. Se cederemo oggi, non potremo più farlo domani. Se invece sapremo dire NO, allora potremo continuare a usare questo strumento per decenni, forse per centinaia di anni, come hanno fatto i nostri padri. Non dobbiamo lasciarci incantare dalle sirene adulanti di Bruxelles. Dobbiamo restare liberi. E sovrani.

Piero Marchesi
Consigliere nazionale UDC
Perciò NO al previsto trattato di sottomissione all’UE / NO a Gessler 2.0!
Non vogliamo: OBBEDIRE, SOPPORTARE, PAGARE E TACERE.