La ghigliottina è uno strumento per la decapitazione e risale alla Rivoluzione francese. È ancora oggi utilizzata dall’Unione Europea nei trattati bilaterali nei quali è stata inserita una clausola ghigliottina. Se la Svizzera dovesse disdire uno di questi accordi con l’UE, anche gli altri accordi decadrebbero. Nell’aprile di quest’anno, il Consiglio federale ha approvato l’accordo UE-Svizzera in materia di formazione e ricerca (EUPA) e ne ha stabilito l’«applicazione provvisoria» con effetto retroattivo al 1° gennaio 2025. Perché provvisoria? Secondo il Consiglio federale, la motivazione è la seguente: «L’EUPA entrerà tuttavia in vigore solo unitamente alla ratifica del pacchetto di accordi Svizzera-UE». Il nostro governo nazionale ha quindi deciso, insieme alle autorità di Bruxelles, di legare il programma di istruzione e ricerca – che costa alla Svizzera 666 milioni di franchi l’anno – al trattato di sottomissione all’UE, con tutte le conseguenze che ne derivano. La competenza legislativa, rispettivamente il diritto di voto di 5,5 milioni di cittadini, vengono sacrificati per soddisfare le esigenze di alcuni professori e studenti. E con quale vantaggio? È un dato di fatto che in passato la Svizzera vantava la più alta «densità di premi Nobel», ma da quando siamo associati all’UE nel settore della ricerca non ne ha più ottenuto uno. A Berna si ribadisce che non si tratta di un accordo sul mercato interno e che quindi non si può parlare di ghigliottina. In realtà, la Svizzera ha accettato ancora una volta una palla al piede. Nel 2028, durante la campagna di voto sui vincoli con l’UE, le autorità minacceranno il popolo che, in caso di no, anche l’EUPA sarà annullato. Ancora una volta, il popolo sovrano sarà condannato alla ghigliottina.

Dr. Christoph Blocher,
Imprenditore, già consigliere federale, presidente fondatore di Pro Svizzera
Perciò NO al previsto trattato di sottomissione all’UE / NO a Gessler 2.0!
Non vogliamo: OBBEDIRE, SOPPORTARE, PAGARE E TACERE.