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Il trattato OMS sulle pandemie deve passare dal parlamento

Con 37‘637 firme è stata presentata oggi ai servizi parlamentari la petizione «Trattato OMS sulle pandemie - no grazie». La petizione è indirizzata ai membri del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati. Essa mira a far sì che l'accordo dell'OMS sulle pandemie venga sottoposto al parlamento e non venga firmato. Ai promotori è già stato assicurato il sostegno apartitico all’interno dell'Assemblea federale.

Dal 2021, la Svizzera sta negoziando con gli altri Stati membri dell’OMS l’adeguamento delle norme sanitarie internazionali e un nuovo trattato sulle pandemie. Questo nuovo accordo mira a stabilire regole vincolanti per le pandemie, che prevalgano sulle leggi nazionali. Poiché questo accordo non consente alcuna deroga e la legge sulle epidemie fa riferimento direttamente ai regolamenti internazionali, di fatto esso avrebbe carattere di legge per la Svizzera. 

Ciononostante, il Consiglio federale ha finora ritenuto che l’accordo non debba necessariamente essere sottoposto al parlamento.

Per iniziativa di Pro Svizzera, a marzo è stata lanciata la petizione «Trattato OMS sulle pandemie – no grazie». Stephan Rietiker, presidente di Pro Svizzera, ne è molto fiero: «Abbiamo raccolto 37‘637 firme in sole otto settimane. Questo dimostra che la questione è molto sentita dalla popolazione». La petizione è sostenuta trasversalmente all’interno di tutti i partiti e si rivolge all’Assemblea federale. Essa chiede che il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati si adoperino affinché l’accordo dell’OMS sulle pandemie venga sottoposto al parlamento – nel caso in cui il Consiglio federale ne solleciti la sottoscrizione. Il Consiglio nazionale ha già sostenuto una richiesta simile nella sessione straordinaria del 17 aprile (mozione 22.3546 approvata con 116:69 voti).

Il previsto accordo sulle pandemie contiene numerosi elementi critici, come l’obbligo per gli Stati firmatari di influenzare la comunicazione pubblica, invalidare le voci critiche e combattere le informazioni false o fuorvianti o la disinformazione. «Le opinioni critiche sono importanti in una democrazia», afferma il Consigliere nazionale Franz Grüter, «è pericoloso quando le autorità decidono cosa sia giusto e cosa sbagliato!». Sono prevedibili anche tensioni con la struttura federalista delle competenze in Svizzera: in politica sanitaria, molte competenze spettano ai cantoni e ai comuni.

Tra pochi giorni si terranno le audizioni presso le CSSS e le CPE. Anche in questo caso è chiaro che il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati devono avere l’ultima parola su questo delicato accordo.