Il movimento apartitico Pro Svizzera, con i suoi 25.000 membri, è sconcertato dal fatto che la maggioranza del Consiglio federale si pieghi ai voleri dell’UE. Il Consiglio federale sottace i punti essenziali: 1. adozione dinamica, cioè automatica, del diritto UE, 2. monitoraggio, poteri decisionali e sanzioni da parte della Corte di giustizia dell’UE e 3. pagamenti obbligatori all’UE per un totale di oltre 3 miliardi di franchi svizzeri per i prossimi 12 anni, a partire già dal 2025. L’azione timorosa, subdola, manipolatrice e sottaciuta della maggioranza del Consiglio federale denota poca fiducia nei confronti del popolo svizzero. Il Consiglio federale dimostra ancora una volta, in primo luogo, di avere paura delle sue stesse cittadine e dei suoi cittadini e, in secondo luogo, di perseguire una politica a porte chiuse, nel migliore stile dell’Unione europea. Il comportamento del Consiglio federale non è degno della democrazia svizzera. Bruxelles comanda, la Berna federale capitola, e il popolo svizzero dovrebbe tacere e pagare.
Il Consiglio federale sottace i contenuti gravidi di conseguenze del trattato
La maggioranza del Consiglio federale non ritiene necessario rivelare ora, senza ulteriori indugi, il contenuto centrale del pacchetto negoziale. Non parla dell’adozione obbligatoria del diritto del mercato interno UE, del giudizio definitivo e vincolante sulle controversie da parte della Corte di giustizia UE e dell’estensione della libera circolazione delle persone. L’UE ha apparentemente insistito con le sue richieste, mentre la Svizzera ha ricevuto poche e trascurabili concessioni. Da parte svizzera non si è riusciti a far passare l’articolo costituzionale sul controllo indipendente dell’immigrazione, adottato dal popolo e dai cantoni nel 2014 con il SÌ all’iniziativa sull’immigrazione di massa. La clausola di salvaguardia, che ora viene propagandata come un successo, serve ancora una volta solo a ingannare il popolo votante e, in pratica, non vale nemmeno la carta su cui è scritta.
Elevati pagamenti obbligatori a Bruxelles
Almeno il popolo svizzero sa adesso che i contribuenti dovranno affrontare costi elevati e ricorrenti. L’UE ha ottenuto che la Svizzera diventi, per così dire, un contribuente netto. Nei prossimi 12 anni, la Svizzera pagherà oltre tre miliardi di franchi all’UE.
Manipolazione e raggiri
Pro Svizzera stigmatizza la scomposizione della soluzione a pacchetto inizialmente prevista dal Consiglio federale. Con la suddivisione si tenta di esautorare di fatto i cantoni e di demoralizzare, dividere e manipolare le cittadine e i cittadini votanti. È anche un tentativo di minare la Costituzione federale. Questa tattica delle fette di salame è volta a garantire che il trattato di sottomissione all’UE non sia soggetto a un referendum obbligatorio come pacchetto completo e che contro diverse decisioni federali si debbano invece raccogliere le firme per altrettanti singoli referendum facoltativi. Pro Svizzera è sconcertata dal fatto che questo comportamento antidemocratico in perfetto stile Bruxelles può provocare ulteriori spaccature all’interno della popolazione svizzera e tra i Cantoni.
La maggioranza del Consiglio federale in un vicolo cieco
Dopo la rinuncia al primo accordo quadro del 2021, il Consiglio federale ha oggi definitivamente condotto la Svizzera in un vicolo cieco. Invece di dimostrare chiaramente all’UE che la democrazia diretta e la competenza legislativa della Svizzera non sono negoziabili, il Consiglio federale ha sconsideratamente e senza motivo ceduto la sovranità svizzera ai giochi di potere dell’UE, svalutandola a un mero oggetto di manipolazione. Invece di dichiarare che la Svizzera non vuole un’adesione al mercato unico UE, bensì un accesso equo al mercato nel senso del libero scambio, il Consiglio federale cede la legislazione federale e la giurisdizione in importanti settori del diritto, alle autorità autocratiche di Bruxelles.
Obiettivo: «Adesione strisciante all’UE»
L’UE pretende da sempre che la Svizzera si arrenda e aderisca all’Unione, rinunciando alla sua legislazione, alla sua prosperità e al successo della sua piazza economica. Quel che è peggio è che una maggioranza a Palazzo federale sta lavorando nella stessa direzione. Solo il popolo svizzero può fermare questa aberrazione.
Per questo, l’esito dei negoziati deve essere combattuto con tutte le nostre forze e respinto. La posta in gioco è la sopravvivenza di una Svizzera indipendente, libera e neutrale, con la sua comprovata democrazia diretta.