La decisione della Commissione della Politica Estera del Consiglio Nazionale (CPE) dell’11 febbraio 2025, volta a non applicare la maggioranza dei Cantoni al nuovo pacchetto di trattati dell’UE è una manovra politicamente discutibile. Invece di attendere una valutazione seria e fondata dei trattati, la CPE si basa su un’unica perizia unilaterale dell’Ufficio federale di giustizia del 27 maggio 2024. Senza conoscere il contenuto del trattato, la CPE pretende ora di negarne la natura costituzionale.
La CPE commette due errori fondamentali
In primo luogo, sostiene che non esiste una base legale per un referendum obbligatorio. Questo non è corretto, poiché il trattato UE, con i suoi legami istituzionali con l’UE stessa, interferisce profondamente con la nostra Costituzione. In secondo luogo, il Consiglio federale ha sempre sottolineato che la versione finale del trattato con l’UE deve essere consultabile al fine di poter decidere il tipo di referendum. Nel rapporto su cui si basa la CPE, anche l’Ufficio federale di giustizia si esprime in questi termini: “Tuttavia, una valutazione definitiva potrà essere fatta solo quando sarà disponibile un accordo negoziale parafato”.
L’Iniziativa Bussola come risposta a questo smantellamento della democrazia
È proprio qui che entra in gioco l’Iniziativa Bussola. Essa garantisce che i trattati di natura costituzionale debbano essere legittimati dal Popolo e dai Cantoni. L’aspetto particolarmente importante è che l’iniziativa si applica retroattivamente, il che significa che anche i trattati dell’UE attualmente in fase di negoziazione rientrano sotto questa categoria. Ciò significa che, in caso di accettazione dell’Iniziativa Bussola, il Consiglio federale sarà costretto a mettere in votazione il pacchetto di trattati dell’UE con la doppia maggioranza del Popolo e dei Cantoni.

Philip Erzinger,
Directeur général
Allianz Boussole / Europe