È inconcepibile che anche il Consiglio degli Stati non si assuma le proprie responsabilità in materia di politica di sicurezza e neutralità. Solo di recente il capo dell’esercito, il comandante di corpo d’armata Süssli, ha annunciato ai media: «Di per sé l’esercito potrebbe difendersi, ma ci manca la capacità di resistere». Il capo dell’esercito ha poi affermato che di sei battaglioni di carri armati, solo due potrebbero essere completamente equipaggiati al momento. «Se riuscissimo a racimolare tutto il materiale, forse potrebbe esserne equipaggiata la metà», è la valutazione del capo dell’esercito. (20min.ch, 18 settembre 2023).
La Berna federale e i vertici dell’esercito stanno giocando con la vita dei nostri militi e con la sicurezza del nostro paese. L’accelerazione dell’avvicinamento alla NATO (compresa la prevista subordinazione de facto della difesa aerea svizzera al progetto European Sky Shield) e l’ormai approvato scambio di 25 carri armati Leopard con Berlino, sono decisioni sbagliate in termini di politica di neutralità.
Anche la missione recentemente resa nota di funzionari svizzeri avente lo scopo di rintracciare per la Corte penale internazionale (CPI), con l’aiuto delle autorità ucraine e in maniera unilaterale, i crimini di guerra commessi dalla Russia nella guerra in Ucraina, è da considerarsi un attivismo contrario alla neutralità.
La politica e l’amministrazione a Berna stanno visibilmente distruggendo la posizione della Svizzera come paese credibilmente neutrale, che dovrebbe considerarsi impegnato nella diplomazia della pace e nella tradizione umanitaria.
Pro Svizzera sta facendo tutto il possibile affinché l’iniziativa sulla neutralità possa essere presentata rapidamente. È ora di porre un freno agli Euro-NATO-Turbo e di fare in modo che la democrazia riprenda in mano le redini della Svizzera.